Accade sempre così. Supera l’anno e mezzo e all’improvviso cambia: urla, pianti incomprensibili, reazioni inaspettate. I genitori non capiscono, si sentono impotenti.
Ma cosa sta succedendo? Come possiamo comportarci?
Quello tra i 18 mesi e i 3 anni circa, è il periodo di separazione con l’adulto (mamma in genere). C’è una ricerca di autonomia e le risposte/reazioni sono diverse da quelle che ci si aspetta, sia del genitore nei confronti del bambino che viceversa.
Facciamo un esempio: un bambino piccolo quando piange cerca attenzione e rassicurazione, vuole essere preso in braccio. Quando l’età avanza, non sempre c’è questa rassicurazione: il bimbo interpreta il dissenso del genitore come qualcosa di nuovo, mai accaduto prima (non se lo aspetta), quindi innesca il pianto.
Questi primi “no” da parte di mamma e papà hanno un significato importante, anche se scatenano momenti di rabbia o tristezza.
Sono una tappa fondamentale per aiutarlo ad arrivare ad una propria identità psicologica. Il bambino inizia infatti a percepire di essere un individuo distinto dalle figure parentali e di accudimento (banalmente, capirà che salendo su una sedia può prendersi da bere da solo), comincia a sentire di avere pensieri ed emozioni proprie e personali: può sentirsi arrabbiato, felice, nervoso a prescindere dallo stato d’animo del genitore.
Questa fase di crescita complicata può però essere affrontata attuando alcune strategie.
- Mettiamoci al suo livello: se il bambino fa i capricci e rifiuta una nostra richiesta, proviamo a giocare assieme a lui riproponendo la nostra richiesta in modo calmo, un po’ più tardi. Il bambino potrà sentirsi più rassicurato e il capriccio diminuirà moltissimo.
- Regole: poche ma chiare, continuando a ripeterle in modo calmo. Entrambi i genitori devono essere fermi e convinti, sostenersi uno con l’altro. È importante inoltre coinvolgere tutte le figure di accudimento (nonni, babysitter, ecc.)
- Non rafforzare il capriccio: non alzare la voce a nostra volta, ma mantenere la calma. Quindi non mollare assecondando il capriccio, altrimenti si andrebbe a rafforzare un comportamento non consono alle regole date.
- Ascoltatelo: anche durante il capriccio, dobbiamo accogliere lo stato d’animo del bimbo e dirgli che capiamo il perché della sua rabbia, ma dovrà lo stesso fare ciò che gli è stato detto. (Es: Vuole attraversare senza dare la mano? Se non cede, gli si dice che si dovrà tornare a casa, proprio per rafforzare le regole di modo da essere coerenti con quanto insegnato).
“Il mio bambino sta crescendo. Sta costruendo la sua identità. Lo aiuterò in questo difficile percorso.”
Questa fase di vita dei nostri bambini può essere intensa, ma è in ogni caso è una delle più emozionanti: i nostri figli sono curiosi e si stupiscono di tutto. Stanno imparando le regole del mondo; hanno tante emozioni e le sperimentano con noi, in modo spontaneo e senza malizia. Vivono il presente e noi dovremmo goderne con loro.
Ma soprattutto, credono fermamente nella magia del bacio. Credeteci anche voi, con quello passa tutto!
Ecco alcuni libri che approfondiscono il tema:
- Elementi di psicopedagogia di Sergio Marsicano – Franco Angeli editore
- L’agire educativo di Loredana Perla, Maria Grazia Riva – ed. La Scuola
- Psicopedagogia dello sviluppo di Matteo Faberi – Franco Angeli editore
- Mamma non urlare: strategia pratiche per prevenire i capricci di Emma Parisi – Indipendently published
- Pino il pulcino birichino: Una favola per educare i bambini al rispetto delle regole di Nives Valentini
- Capricci, crisi di collera, aggressività di Sylvie Bourcier – Ed. Red